Perché andare sulla luna quando puoi “vivere” sui social?

Ascoltando le notizie degli ultimi giorni, mi è sembrato di percepire il desiderio di alcuni di esplorare nuovamente la luna e magari farci pure dei viaggi vacanza.

Tuttavia qui, sul pianeta terra mi accorgo che ormai gli sguardi non sono più puntati verso l’alto, quanto piuttosto verso il basso, non per una qualche forma di problema fisico ma per un bisogno indotto di condividere e pubblicare attraverso i social network. Il problema è che condividi, pubblichi, ma rimani essenzialmente da solo. E quando ad usare il social network sono più persone nello stesso luogo come una famiglia, e mentre lo fanno non si guardano in faccia, ma usano le chat?

Voglio capirci di più…

In uno studio di Sonja Utza, Christoph H. Maaßa che utilizza come indice il criterio della soddisfazione economica in relazione ad eventi problematici della vita viene riportato:

… Nell’ambito del sottocampione di utenti di Facebook, abbiamo scoperto che la pubblicazione e la lettura dei post erano entrambe positivamente correlate al supporto sociale online. Tuttavia, solo la pubblicazione era correlata alla soddisfazione finanziaria(…).Questa interazione non era più significativa quando si controllava il sostegno sociale online, ma il sostegno sociale aveva solo un effetto marginale sulla soddisfazione finanziaria nella fase di adattamento (…) Questi risultati hanno diverse implicazioni teoriche e pratiche. Le reazioni più estreme degli utenti di Facebook mostrano che l’uso di Facebook non è un buffer che impedisce alle persone di ridurre l’insoddisfazione della vita durante un evento problematico della vita. Molte persone condividono immagini di esperienze di vita positive come la cena con gli amici su Facebook (Krasnova et al., 2013). La ricerca ha dimostrato che un basso controllo percepito (cioè difficoltà a ottenere l’oggetto invidiato) è una condizione preliminare dell’invidia (Smith, 2004). Improvvisamente rendersi conto che non ci si può più permettere cene raffinate e viaggi nel fine settimana potrebbe innescare livelli più alti di invidia che spiegano il calo maggiore della soddisfazione finanziaria. Non abbiamo riscontrato un effetto significativo della frequenza di lettura (dei post) sulla soddisfazione finanziaria, ma ciò non indica necessariamente che la spiegazione del confronto sociale non sia valida..

Il problema non sta tanto nel divieto di usare il social network, quanto nel come si usa. Oggi abbiamo dei dispositivi che ci permettono di essere connessi praticamente sempre. Questo implica che nel momento in cui non accedo effettivamente al social network, posso comunque ricevere delle notifiche o degli aggiornamenti. Ciò può portare alcuni a non disconnettersi più e quindi a ricercare sempre il bisogno di dover cliccare mi piace, di dover condividere un qualche cosa, a volte, senza neanche prestare la dovuta attenzione a quanto condivido o pubblico. Mi domando cosa accade allora con l’uso di alcuni social basati su foto da parte di adolescenti, ed in particolare quando l’uso diviene problematico. L’adolescenza è un pò come un periodo di passaggio, ed anche un momento in cui possono avvenire decisioni importanti. In quel periodo in particolare l’adolescente trova una sua “forma”, un suo stile, un modo di essere. In questo un altro studio sottolinea quanto segue:

Un numero crescente di prove suggerisce che esiste una relazione bidirezionale tra l’uso problematico dei social media e le variabili psicopatologiche (Li et al. 2018). Gli individui diventano utenti problematici nei tentativi di affrontare i problemi della loro vita reale e / o scappare dalla loro realtà (Kircaburun e Griffiths 2018). Secondo la teoria riguardo le tecniche di coping, nel coping disadattivo si alimentano le emozioni negative e sono mitigate le emozioni positive e il benessere (Lazarus e Folkman 1984; Folkman e Lazarus 1988). (…)L’insoddisfazione dell’immagine corporea (BID) è stata definita come “la discrepanza tra l’identificazione della propria immagine di sé (reale) e quella scelta come l’immagine di sé desiderabile (ideale)” (Forrest e Stuhldreher 2007; p. 18) ed è altamente prevalente tra gli adolescenti (Neumark-Sztainer et al. 2002). Secondo la teoria dell’insoddisfazione del corpo, il BID è associato a un maggiore effetto negativo (Stice and Shaw 2002), che è un predittore generale di elevati sintomi psicopatologici e disturbi psichiatrici (Cohen et al. 2017; Watson et al. 1988). È stato riscontrato che la BID è più diffusa tra le adolescenti donne e che il genere femminile è positivamente associato a un uso problematico più elevato dei social media tra gli studenti adolescenti (Kircaburun et al. 2018b; Kostanski e Gullone 1998). Inoltre, le adolescenti sembrano avere effetti psicologici più avversi dal loro BID rispetto ai maschi (Gestsdottir et al.2018). (…) Viene inoltre riportato che una maggiore frequenza di utilizzo e trasmissione di Instagram sono associate a un umore negativo più elevato, sintomi depressivi, solitudine, ansia generale e bassa autostima (Brown e Tiggemann 2016; Lup et al.2015; Sherlock and Wagstaff 2018; Yang 2016). Passare più di 2 ore al giorno sui social media ha maggiori probabilità di provocare un maggiore disagio psicologico (Macmillan 2017), questo effetto diretto è atteso perché uno dei sintomi dell’utilizzo problematico del social network è la totale preoccupazione per Instagram (Griffiths 2005). L’utilizzo problematico del social network è associato a un BID elevato e, a sua volta, il BID era correlato ad un aumento dei sintomi psicopatologici. Questa relazione indiretta, che è stata dimostrata per la prima volta nel presente studio, ha un senso intuitivo perché Instagram può contribuire a uno standard di bellezza non realistico per gli adolescenti influenzando la loro percezione di un’immagine corporea ideale con tutti gli effetti e gli strumenti di modifica utilizzati sui sistemi di condivisione foto e video (Maggi 2016).

Alla luce di questo smettete di usare il dispositivo, almeno quando siete in compagnia di altre persone. E cercate di ritrovare quella che ritengo essere la vera dimensione sociale che va al di là del dispositivo, e dei vostri desideri indotti di far sapere le vostre cose agli altri.

Alzate gli occhi e guardate cosa avete intorno. Questo articolo è rivolto a tutti indipendentemente dalla loro età o classe sociale. Oggi tutti (o quasi) abbiamo una connessione internet, attenzione però a non far prevalere internet a discapito della connessione con altri esseri umani.

Bibliografia

Utz, S., H. Maaß C. (2018). Understanding the relationship between Facebook use and adaptation to financial hardship: Evidence from a longitudinal panel study Computers in Human Behavior 89 (2018) 221-229.

Yurdagül, C., Kircaburun, K., Emirtekin, E. et al. Int J Ment Health Addiction (2019). https://doi.org/10.1007/s11469-019-00071-8