Betty Alice Erickson: la costruzione di una connessione profonda.

UNADJUSTEDNONRAW_thumb_1b5Quel giorno avevo viaggiato per diverse ore in treno, in fondo sapevo la buona ragione: Passare del tempo con Erickson. Ricordo, attraverso lo studio delle sue ricerche e  dai testi pubblicati, quante persone in passato facevano viaggi molto lunghi per incontrare il Dr. Erickson e le buone ragioni che le persone devono avere per poter vivere e sperimentare l’Ipnosi ericksoniana.

UNADJUSTEDNONRAW_thumb_1ceCosì tra i pensieri dentro la mia mente, e le mie intenzioni di migliorarmi, raggiungo la spledida località di Sorrento, una volta sistemate le valige, ho modo di dirigermi nel luogo dove si tiene il congresso della società Europea di Ipnosi. A seguito della registrazione al congresso, mentre mi incammino corridoio viene verso di me una signora, e guardandola bene era proprio lei, Betty Alice Erickson. Con umiltà e molta tranquillità si appresta a prendere posizione in una piccola sala a lei destinata.

Inizia così a definire la sua visione di ipnosi, invitando all’idea di condivisione, ed è forse questo che mi porta a scrivere una riflessione. Così, parlando di realtà condivisa e connessa, qualcosa di profondo dentro di me emerge. Quando si entra in ipnosi, si condivide una realtà, ciò che cambia in trance favorisce le risorse utili dell’individuo. Senza addentrarsi necessariamente in argomentazioni tecniche, con la mia mente inconscia connessa all sua, in quella sessione, lei ha deciso di portare se stessa ed io ho deciso di portare me stesso, in uno stato ricettivo e profondo. Per lei milton Erickson era semplicemente Papà, per me Betty Alice era, e dentro di me lo è ancora, una parte della mia mente inconscia. La connessione che si crea è una connessione che cura, ed in fondo Betty aveva piacere a dedicare il suo tempo con quello che in quel momento poteva offrire in modo inconscio alla mia mente inconscia: …”questo è tutto quello che ho e se vuoi questo aiuto puoi prenderlo, oppure no.” In quel momento sorrido, perchè non avevo mai pensato a quello in passato, ed effettivamente è l’unica cosa che possiamo fare: offrire.

L’ipnosi è una porta in qualche modo magica per l’inconscio. Al di là delle tecniche, ci sei tu, e devi fare affidamento su te stesso, e sapere che le tue capacita sono buone a sufficienza, e quindi la persona può trovare la fiducia necessaria dentro di sé solo a condizione che il terapeuta ha fiducia in sé:  …”perchè mai una persona dovrebbe entrare in connessione con una persona di cui non ha fiducia?”

Tendenzialmente, mi focalizzo sulla persona non sul problema.  E ricordo che posso offrire quello che ho. Adesso penso, se un tempo tu hai ringraziato me per il mio lavoro, adesso io sono grato a te. In un tuo articolo leggo “Che iniziamo il nostro viaggio verso la morte nel momento in cui nasciamo”. Allora io dico ringrazio la mia mente inconscia per aver condiviso parte del tuo viaggio con il mio viaggio, e ovunque tu sia adesso in tanti modi diversi, ogni tanto avrò modo di incontrarti ancora.

Buon proseguimento.