Un giorno un re dell’India del Nord riunì tutti gli abitanti non vedenti della città e fece condurre davanti al loro un elefante. Poi chiese loro com’è un elefante?. Le persone non vedenti volevano conoscerlo, ma come avrebbero potuto?
“Io lo so”, disse il primo, “ lo toccheremo.”
“Buona idea”, dissero gli altri ,”così sapremo com’è un elefante.”
Il primo gli toccò l’orecchio grande e piatto. Lo sentì muoversi lentamente avanti e indietro.“L’elefante è come un ventaglio”, proclamò.
Il secondo toccò le gambe dell’elefante. “E’ come un albero”, affermò.
“Siete entrambi in errore”, disse il terzo. “L’elefante è simile a una fune”. Egli stava toccando la coda dell’elefante.
Subito dopo il quarto toccò con la mano la punta aguzza della zanna.”L’elefante è come una lancia”, esclamò.
“No, no”, disse il quinto , “è simile ad un’alta muraglia”. Aveva toccato il fianco dell’elefante. Il sesto aveva afferrato la proboscide. “Avete torto”, disse, “l’elefante è come un serpente”.
“No, come una fune”.
“Serpente!”
“Muraglia!”
“Avete torto!” “Ho ragione!”
I ciechi per un’ora continuarono a urlare l’uno contro l’altro e non riuscirono a scoprire come fosse fatto un elefante!
Questo accade quando ognuno si concentra sulla propria ragione e non considera quella dell’altro.